Ecosistema urbano: Cremona svetta in Lombardia dopo Mantova

La classifica delle altre città lombarde vede Sondrio 22esima, Bergamo 25esima, Lodi 27esima, Milano 32esima, Brescia 33esima

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Il palazzo comunale di Cremona
Il palazzo comunale di Cremona

È una mappa di un’Italia proattiva, che spende bene le sue risorse, che si evolve e pianifica le trasformazioni future, che non s’accontenta dello scenario contemporaneo e che produce ottime performance quella che emerge dall’edizione 2019 di Ecosistema Urbano, il dossier di Legambiente che ogni anno premia le performance ambientali delle città capoluogo italiane. Il rapporto, giunto alla sua ventiseiesima edizione, presentato oggi a Mantova e realizzato con il contributo scientifico di Ambiente Italia, la collaborazione editoriale de Il Sole 24 ore e con il contributo scientifico di Ispra.

Proprio Mantova si attesta come miglior città lombarda e seconda nella graduatoria nazionale, preceduta da Trento. Per Mantova, prima lo scorso anno, si tratta di una conferma di ottime performance generali. Infatti migliora ancora il suo punteggio complessivo, ottenendo 80,59%, che supera (unica assieme a Trento) il muro degli 80 punti percentuali. Il capoluogo lombardo contiene lievemente da un anno all’altro concentrazioni di polveri sottili e giorni di superamento dell’ozono e abbatte ulteriormente le perdite della rete idrica. Cresce ancora la percentuale di rifiuti raccolti in modo differenziato (sfiora l’85%). Stazionarie sia l’estensione delle isole pedonali sia le cifre del servizio di trasporto pubblico, mentre per i percorsi dedicati alle bici Mantova è seconda assoluta alle spalle di Reggio Emilia, con 31,86 metri equivalenti di itinerari ciclabili ogni 100 abitanti.

La classifica delle altre città lombarde vede Cremona 17esima, Sondrio 22esima, Bergamo 25esima, Lodi 27esima, Milano 32esima, Brescia 33esima, Pavia 40esima, Varese 41esima, Lecco 60esima, Como 68esima, Monza 79esima. Rispetto all’anno scorso spiccano i miglioramenti di Monza (guadagna diciannove posizioni) ma resta l’ultima città lombarda, Varese (+14), Lecco (+11), Pavia (+10), Lodi (+8), Cremona (+5). In calo invece Bergamo (-7), Milano (-9), Brescia (-2), Como (-6).

Nel rapporto vengono presi in considerazione diversi indicatori: aria, acque, rifiuti, mobilità, ambiente urbano, energia. I parametri derivano tutti da dati originali raccolti da Legambiente, eccezion fatta per uso efficiente del suolo (elaborazione Legambiente su dati Ispra e Istat), capacità di depurazione e verde (Istat), tasso di motorizzazione e incidenti stradali (ACI e ACI-Istat). L’insieme degli indicatori selezionati per la graduatoria complessiva dei 104 capoluoghi esaminati nel report copre i principali componenti ambientali presenti in una città, valutando tanto i fattori di pressione e la qualità delle componenti ambientali, quanto la capacità di risposta e di gestione ambientale.

«Le città oggi hanno sempre di più il delicato ruolo di rappresentare il motore del cambiamento, perché possono incidere con forza ed efficacia sulla trasformazione ecologica della società – dichiara Barbara Meggetto, presidente Legambiente Lombardia –. Secondo le Nazioni Unite le città, pur occupando solo il 3% della superficie terrestre, sono responsabili del 75% delle emissioni di CO2 e fino all’80% del consumo energetico. Si si considera la concentrazione di abitanti che si muovono con mezzi di trasporto, riscaldano le proprie case, producono rifiuti, è chiaro come tutto questo abbia un impatto sempre crescente sui livelli di inquinamento. Le buone pratiche esistenti dimostrano quale sia la strada, ma è necessario metterle a sistema. Anche in Lombardia accanto a scelte politiche lungimiranti ci sono ancora resistenze e lentezze, perché non basta l’azione delle singole amministrazioni comunali, anche gli organi sovracomunali sono decisivi: basti pensare alla mobilità e allo smog dove la spinta di alcuni capoluoghi è frenata da provvedimenti della Regione come le deroghe al divieto di circolazione dei diesel».

Nell’ambito di Ecosistema Urbano saranno premiate da Legambiente le migliori buone pratiche cittadine: un’occasione per segnalare esperienze che hanno il pregio di introdurre significativi cambiamenti in ambiti specifici e che potrebbero essere riprodotte in altre realtà locali. I premi saranno consegnati a Bergamo per la tranvia Tram delle Valli, considerato uno dei progetti più interessanti di riattivazione di linee ferroviarie dismesse; a Varese per la scuola “S. Pellico”, prima scuola a consumo zero, un edificio totalmente ristrutturato che unisce sicurezza e sostenibilità; a Cremona per il bio menù della mensa scolastica; a Milano per la mobilità: l’AreaC con il ticket di accesso in centro per disincentivare l’uso dell’auto rappresenta il più significativo caso di demotorizzazione privata in Italia e l’introduzione dell’AreaB si stima che tra 2019 e 2026 consentirà di ridurre le emissioni di PM10 da traffico di circa 25 tonnellate.

Milano riceve anche tre menzioni speciali: per il progetto “ Piazze Aperte” di rigenerazione urbana, che punta a dare nuove funzioni allo spazio pubblico creando socialità attraverso la liberazione di alcune piazze da cemento, asfalto e traffico in quartieri ai margini del centro storico densamente popolati; per il “Borgo Sostenibile”, 323 appartamenti ad alta efficienza energetica, aree verdi, ciclabili e percorsi pedonali, spazi per la condivisione e la socialità grazie al nuovo complesso residenziale di social housing a Figino, quartiere storico a ovest di Milano; per il Frutteto del Gallaratese a Milano, 12 ettari di verde e alberi da frutto attraverso il coinvolgimento degli abitanti dei quartieri Gallaratese e QT8.

Menzione speciale anche a Brescia per il progetto “Oltre la strada” che ha l’obiettivo di restituzione alla città di Porta Milano come quartiere e non più solo come ex sito industriale e arteria di traffico.

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