L’impresa 4.0 secondo le aziende della provincia di Cremona

La survey a cura dall’ Osservatorio di Innovation Club centrata sulle tecnologie dell'Impresa 4.0 è stata inoltrata a 188 Aziende manifatturiere della provincia di Cremona

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Imprese 4.0, foto generica
Imprese 4.0, foto generica

La survey a cura dall’ Osservatorio di Innovation Club centrata sulle tecnologie dell’Impresa 4.0  è stata inoltrata a 188 Aziende manifatturiere della provincia di Cremona.

Si tratta di un raggruppamento di  aziende dai 3 ai 300 Milioni di euro. 39 aziende hanno risposto positivamente alla richiesta dedicando una media di 11 minuti di cui 8 minuti alla visione dei contenuti e 3 minuti

alla compilazione.

LE TECNOLOGIE

Sono state mostrate alle aziende delle case history di utilizzo in aziende manifatturiere  di numerose nuove tecnologie ed è stata data loro la facoltà di mettere esprimere un parere positivo

al progetto realizzato con un meccanismo simile al “like” espresso sui social network.

BLOCKCHAIN

La blockchain (letteralmente “catena di blocchi”) è una struttura dati condivisa e immutabile. È definita come un registro digitale le cui voci sono raggruppate in “pagine” (dette blocchi), concatenate in ordine cronologico, e la cui integrità è garantita dall’uso di primitive crittografiche. Sebbene la sua dimensione sia destinata a crescere nel tempo, è immutabile in quanto, di norma, il suo contenuto una volta scritto è non più modificabile né eliminabile, a meno di non invalidare l’intera struttura.

La blockchain è dunque assimilabile a un database distribuito, gestito da una rete di nodi, ognuno dei quali ne possiede una copia privata. Non è richiesto che i nodi coinvolti conoscano l’identità reciproca o si fidino l’un l’altro. Difatti, per garantire la coerenza tra le varie copie, l’aggiunta di nuovo blocco è globalmente regolata da un protocollo condiviso. Una volta autorizzata l’aggiunta del nuovo blocco, ogni nodo aggiorna la propria copia privata: la natura stessa della struttura dati garantisce l’assenza di una sua manipolazione futura.

Su 39 aziende 27 hanno espresso un parere positivo.

INTERNET OF THINGS

L’Internet delle cose è una possibile evoluzione dell’uso della Rete: gli oggetti (le “cose”) si rendono riconoscibili e acquisiscono intelligenza grazie al fatto di poter comunicare dati su se stessi e accedere ad informazioni aggregate da parte di altri. Le sveglie suonano prima in caso di traffico, le scarpe da ginnastica trasmettono tempi, velocità e distanza per gareggiare in tempo reale con persone dall’altra parte del globo, i vasetti delle medicine avvisano i familiari se si dimentica di prendere il farmaco. Tutti gli oggetti possono acquisire un ruolo attivo grazie al collegamento alla Rete.

Per “cosa” o “oggetto” si può intendere più precisamente categorie quali: dispositivi, apparecchiature, impianti e sistemi, materiali e prodotti tangibili, opere e beni, macchine e attrezzature. Questi oggetti connessi che sono alla base dell’Internet delle cose si definiscono più propriamente smart products (prodotti intelligenti) e si contraddistinguono per alcune proprietà o funzionalità. Le più importanti sono identificazione, connessione, localizzazione, capacità di elaborare dati e capacità di interagire con l’ambiente esterno.

Su 39 aziende 13 hanno espresso un parere positivo.

L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE

«L’intelligenza artificiale (o IA, dalle iniziali delle due parole, in italiano[1]) è una disciplina appartenente all’informatica che studia i fondamenti teorici, le metodologie e le tecniche che consentono la progettazione di sistemi hardware e sistemi di programmi software capaci di fornire all’elaboratore elettronico prestazioni che, a un osservatore comune, sembrerebbero essere di pertinenza esclusiva dell’intelligenza umana.»

Definizioni specifiche possono essere date focalizzandosi o sui processi interni di ragionamento o sul comportamento esterno del sistema intelligente ed utilizzando come misura di efficacia o la somiglianza con il comportamento umano o con un comportamento ideale, detto razionale:

> Agire umanamente: il risultato dell’operazione compiuta dal sistema intelligente non è distinguibile da quella svolta da un umano.

> Pensare umanamente: il processo che porta il sistema intelligente a risolvere un problema ricalca quello umano. Questo approccio è associato alle scienze cognitive.

> Pensare razionalmente: il processo che porta il sistema intelligente a risolvere un problema è un procedimento formale che si rifà alla logica.

> Agire razionalmente: il processo che porta il sistema intelligente a risolvere il problema è quello che gli permette di ottenere il miglior risultato atteso date le informazioni a disposizione.

Su 39 aziende 15 hanno espresso un parere positivo.

REALTA’ AUMENTATA PER GLI OPERATORI IN FABBRICA 

Una formazione operativa per il personale produttivo e la manutenzione in realtà aumentata

Gli strumenti di realtà aumentata incrementano la possibilità di interazione fisica dell’utente con l’ascensore grazie allo scambio di informazioni sugli step di manutenzione, alla diagnostica in tempo reale e al monitoraggio degli allarmi di sicurezza. La virtualizzazione dell’ambiente in cui l’utente opera permette inoltre ai collaboratori esterni un supporto a distanza. Tutto questo migliora la produttività, la precisione e la sicurezza. Inoltre, l’integrazione delle conoscenze pratiche, reali, con il mondo virtuale in 3D offre numerose opportunità in ambito di formazione e simulazione.

Su 39 aziende 21 hanno espresso un parere positivo.

DAL PRODOTTO AL SERVIZIO ATTRAVERSO LA SOTTOSCRIZIONE

Il subscription model è un modello di business in cui il consumatore paga una sottoscrizione ogni tot tempo (ogni settimana, ogni mese, ogni due mesi, …) per ricevere direttamente a casa una serie di prodotti. Dai prodotti cosmetici ai prodotti per cani, dagli slip ai vestiti, dalle scarpe ai fiori. Si tratta di una sorta di e-commerce, anche se differisce dal classico shop online perché l’invio dei prodotti è costante nel tempo a fronte di una quota di sottoscrizione versata dall’iscritto.

Tutti i modelli esistenti fanno ampio uso di raccolte punti, regali, sconti e altri meccanismi di fidelizzazione. Contemporaneamente aumentano il proprio database contatti, molto verticale su un determinato settore, facendo sempre più gola ai grandi brand. Grande attenzione viene riservata anche ai Social Media.

Su 39 aziende 16 hanno espresso un parere positivo.

LA GESTIONE DELLA CUSTOMER EXPERIENCE

Partiamo da una definizione formale: “La customer experience è la conseguenza cognitiva e affettiva dell’esposizione e interazione del cliente con persone, processi, tecnologie, prodotti, servizi o altri output di un’azienda. (Buttle, 2009)”.

La Customer Experience è la somma di tutte le esperienze che un Cliente vive con un fornitore di beni e servizi, lungo l’intera durata del loro rapporto. Rappresenta, di fatto, la capacità di un’Azienda di leggere e comprendere la componente emozionale dei propri Clienti e porre in atto azioni che possano soddisfarli.

Con la progressiva trasformazione di beni e servizi in commodity, la Customer Experience rappresenta ormai un elemento differenziante di fondamentale importanza per le Aziende. Il passaparola tra i Clienti scaturisce da un’esperienza di contatto positiva con ritorni in termini di aumento dei ricavi. Le Aziende che conseguono risultati migliori sul mercato mostrano valori di Customer Experience elevati, segno evidente dei vantaggi anche economici che questa disciplina porta alle Aziende. Lo strumento principale per studiare e comprendere le interazioni che il Cliente ha con l’Azienda è la mappa della “Customer Journey”, ovvero la rappresentazione visuale e la schematizzazione dei punti di contatto tra Cliente e Azienda lungo tutte le fasi del percorso di interazione tra i due.

Su 39 aziende 8 hanno espresso un parere positivo.

BIG DATA & SMALL DATA

Il termine big data (“grandi [masse di] dati” in inglese) descrive l’insieme delle tecnologie e delle metodologie di analisi di dati massivi, ovvero la capacità di estrapolare, analizzare e mettere in relazione un’enorme mole di dati eterogenei, strutturati e non strutturati, per scoprire i legami tra fenomeni diversi e prevedere quelli futuri. 

Mentre i Big Data forniscono una quantità infinita di informazioni impersonali utilizzate per predire gli orientamenti futuri, soltanto i dati individuali possono rivelare la verità e portare ad una vera comprensione della realtà. Gli Small Data ci aiutano a capire il contesto perché vengono rilevati parlando con gli utenti e raccogliendo le prove sul campo.

Su 39 aziende 11 hanno espresso un parere positivo.

IL CANVAS TECNOLOGICO

Il Business Model Canvas è uno strumento utile a sviluppare nuovi modelli di business o formalizzare quelli esistenti. Si tratta di uno schema grafico dove sintetizzare visivamente come un’impresa crea valore, le risorse ed attività necessarie, i segmenti di clienti, e gli aspetti economico-finanziari. È utile alle imprese per definire la modalità di gestione, selezionandola tra tutte le possibili alternative.

Alle aziende è stato proposto un “canvas tecnologico” che descrive le aree di innovazione tecnologica nei processi interni e collaborativi:

  • Supply Chain
  • Smart Factory
  • Smart Product
  • HR
  • Customer Relationship
  • Customer Segments
  • Channels
  • Servitization
  • Analytics

Le tecnologie citate negli esempi operativi sono state rappresentate nel Canvas in questo modo: 

 

Come ultimo atto è stato loro chiesto in quali aree vorrebbero nel prossimo anno introdurre un’innovazione tecnologica dando loro la possibilità di evidenziare tutte le aree del Canvas.

Nessuna azienda ha lasciato il foglio in bianco.

In questo schema la sintesi dei risultati:

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