Ieri pomeriggio alle ore 16 si è tenuto presso Palazzo Lombardia un incontro convocato dal Presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, alla presenza degli Assessori Guidesi e Rolfi.
Erano presenti il Sindaco Gianluca Galimberti accompagnato da Rosolino Azzali, il Presidente della Provincia Mirko Signoroni e il Vice Presidente Giovanni Gagliardi, il Commissario Straordinario della Camera di Commercio Gian Domenico Auricchio con il Segretario Generale Maria Grazia Cappelli, il Presidente di Cremona Fiere Roberto Biloni e il Direttore Generale Massimo De Bellis.
La delegazione cremonese ha innanzitutto ringraziato Regione Lombardia per la sollecita attenzione prestata alla situazione determinata dalla decisione di Anafij di spostare presso la Fiera di Montichiari nel novembre 2021 la 69 edizione della Mostra nazionale della Frisona e della Jersey italiana, sradicandola da Cremona, città dove si erano tenute le precedenti 68 manifestazioni e sede degli allevamenti e delle istituzioni che hanno determinato la zootecnia moderna, nonché la fondazione dell’allora Ente Fiera ora CremonaFiere. I cremonesi hanno inoltre rappresentato al Presidente della Regione e agli Assessori competenti la grande coesione e la compattezza dei principali enti pubblici cremonesi – Comune, Provincia e Camera di Commercio e delle parti sociali, Associazioni di categoria, nessuna esclusa, e sindacati – a sostegno della Fiera e della decisione, assunta dal Cda della Fiera, ma condivisa da tutto il territorio, di tenere comunque la Fiera Internazionale del Bovino da latte nel dicembre 2021.
“Innanzitutto abbiamo condiviso con Regione – sostiene Gianluca Galimberti – la consapevolezza che la Fiera di Cremona per storia e per caratteristiche è un patrimonio del nostro territorio, e quindi anche della Regione Lombardia , ma costituisce vanto anche per tutta la zootecnia nazionale, di cui è vetrina a livello internazionale. Abbiamo inoltre ricordato che Cremona Fiere organizza la sola manifestazione internazionale di promozione dell’artigianato artistico musicale che si tiene in Italia, una delle più quotate a livello mondiale”.
“Al Presidente Fontana – continua Gian Domenico Auricchio – abbiamo ricordato quanto la Fiera di Cremona sia vitale per il nostro territorio. Ogni euro investito nelle manifestazioni genera infatti un effetto moltiplicatore di 10/12 volte. Si tratta di un indotto stimato in circa 50.000.000 di euro, fondamentali per la nostre imprese, in particolare per quelle della filiera turistico ricettiva e del commercio, così duramente provate dalla pandemia: non possiamo permetterci di perderli. Si pensi anche agli effetti positivi sull’occupazione generati da ogni evento fieristico. Per questo le categorie economiche, nessuna esclusa, e i sindacati nel corso dell’incontro convocato lo scorso 29 marzo si sono schierati all’unanimità a favore della Fiera e del suo necessario rilancio”.
“Non bisogna dimenticare – sostiene il Presidente della Provincia Paolo Mirko Signoroni – la centralità del sistema agricolo ed allevatoriale del nostro territorio non solo a livello regionale e nazionale, ma anche europeo. Una eccellenza che vanta un complesso indotto, con ricadute in termini sociali ed economici su tutte le nostre comunità locali e dove CremonaFiere gioca un ruolo altamente strategico. Un sistema produttivo primario ed una filiera che si integrano con il settore della ricerca e dell’innovazione, con le università, con i distretti industriali e della trasformazione facendo del nostro territorio un unicum, che va tutelato e sostenuto”.
“Con questa consapevolezza – dichiara il presidente di CremonaFiere Roberto Biloni – il Consiglio di Amministrazione di CremonaFiere ha già approvato il piano di sviluppo pluriennale per il rilancio del sistema fieristico cremonese, che rimarca come la Fiera sia intimamente legata al territorio e ai cittadini di Cremona e dell’intera Lombardia. Il piano, ripartendo dal carattere internazionale delle manifestazioni di Cremona Fiere, ne rilancia fortemente le prospettive aprendosi ad una collaborazione sempre più proficua anche con le Università e centri di ricerca del territorio, a partire dal Politecnico e dall’Università Cattolica, dove la formazione integrata diventa fondamentale anche per l’internazionalizzazione. A testimonianza dell’importanza strategica di questo approccio ricordiamo il forte investimento anche di Regione Lombardia, che ha permesso di realizzare un centro di ricerca in campo agro alimentare di rilevanza mondiale”.
Il piano resta comunque aperto agli apporti e agli stimoli delle Associazioni attualmente non presenti nel Cda.
Sulla base di questi presupposti è stata condivisa con Regione la necessità di lavorare insieme sul sostegno del piano proposto da Cremona Fiere, sostegno che deve essere necessariamente anche economico, per garantirne la realizzazione. Per questo è stata condivisa l’opportunità di aprire, con l’aiuto di Regione, una interlocuzione anche con il Governo.
È stata inoltre condivisa l’importanza di muoversi in una ottica di sistema per rendere più forte e competitivo il comparto fieristico regionale sui mercati nazionale ed internazionale. Abbandonando la logica delle contrapposizioni territoriali si è quindi convenuto sulla necessità di valorizzare le peculiarità e specificità di ogni singolo territorio per esaltarne le potenzialità in tema di sviluppo futuro. La compagine cremonese ha manifestato l’assoluta disponibilità a partecipare a questo sistema lombardo, in collaborazione con Regione e con altri territori.
Queste sinergie è auspicabile possano essere sviluppate anche in un’ottica sovra-regionale, allargandosi ad esempio ai sistemi fieristici delle regioni vicine, in particolare la regione Emilia Romagna, chiedendo la condivisione anche del Governo e dei ministri competenti: è infatti inutile nascondersi che la contrapposizione fra territori , con la inevitabile duplicazione di attività e frammentazione degli investimenti, favorisce, di fatto, i nostri competitor a livello internazionale. Per quanto riguarda il comparto agricolo, la fiera agro zootecnica di Hannover che rimane la Fiera di riferimento in ambito europeo nonostante le eccellenze italiane sia zootecniche che agro meccaniche.
Nell’incontro è stato rappresentato che Cremona è un sistema territoriale coeso, in cui Enti locali, Associazioni di categoria e sindacati vogliono lavorare a sostegno della Fiera, e lo vogliono fare insieme a Regione Lombardia e al Governo non perché Cremona si senta in credito per un torto subito, ma perché il rilancio della nostra Fiera sulla base di una progettualità concreta, partecipata, aperta alla collaborazione fra territori, è fondamentale per lo sviluppo di settori essenziali per l’intera nostra economia nazionale, a partire dall’agro zootecnia e dall’artigianato artistico.